L'uomo chePrende gli Schiaffi

L'uomo chePrende gli Schiaffi

Trama

L'uomo che prende gli schiaffi è un film muto del 1928 diretto da Victor Sjöström, con una sceneggiatura di Benjamin Glaser. Il film è un adattamento dell'opera omonima di Rajáque del 1921, ispirata a un romanzo del 1913 intitolato 'L'uomo che prende gli schiaffi: una tragedia' di Rajáque e a un'opera del 1916 di Léonce Perret, ma poi ribattezzata 'L'uomo che prende gli schiaffi' da L. B. Alcott. La storia ruota attorno alla vita di un brillante scienziato, un uomo di genio che ha dedicato la sua vita alla ricerca della conoscenza nel campo della medicina. Vive una vita modesta in un laboratorio, dove trascorre la maggior parte del suo tempo a condurre esperimenti, osservare la natura e ponderare i misteri della vita. La risorsa più grande di quest'uomo, tuttavia, è la sua eccezionale intelligenza, la sua capacità di osservare e imparare dal mondo che lo circonda e la sua incrollabile dedizione al suo mestiere. Abarantos, il vero cognome del protagonista nel romanzo di Rajáque, era effettivamente usato, ma nel film 'L'uomo che prende gli schiaffi', veniva chiamato 'Gwynplaine, Avarinatos o Abarantos, titoli diversi per lo stesso personaggio' è spesso indicato come un uomo di umili origini che, grazie alla sua intelligenza e al duro lavoro, è diventato rispettato nel suo campo. Il suo nome è Avarine (in alcune versioni della storia) o Abarantos (come in questo film e nell'opera del 1921) in alcuni titoli. In alcune versioni di questa storia, si fa uso del suo nome completo, Ayrton. Abarantos aveva una relazione con una bellissima donna, che alla fine divenne sua moglie. Tuttavia, il loro amore fu di breve durata, poiché lei cadde preda delle avances di un ricco barone, che gli rubò sia le scoperte scientifiche che l'amata moglie. Con un crudele atto di pubblica umiliazione e vendetta, il barone schiaffeggiò Abarantos in pubblico. Questo evento ebbe un profondo impatto sulla vita di Abarantos, spingendolo a un punto in cui divenne un emarginato e un reietto dalle norme sociali. Per far fronte al dolore e alla vergogna di essere uno spettacolo pubblico, iniziò a osservare e analizzare il fenomeno dell'umiliazione. Così iniziò una spirale discendente in un abisso di disperazione, vendetta e follia. Come se la vita non gli avesse già inferto un duro colpo, il barone decide di sposare la ex moglie di Abarantos, con l'intenzione di far entrare la coppia nella sua cerchia sociale. Per contrastare i piani del barone, Abarantos trova conforto nel circo, dove si reinventa come clown. Dedica il suo atto a dimostrare l'arte di essere schiaffeggiato ripetutamente – in effetti, l'estrema espressione dell'umiliazione umana. Attraverso questa esibizione pubblica, Abarantos esprime la sua rabbia e frustrazione e si vendica ribaltando la situazione al barone. Tuttavia, le sue esibizioni circensi catturano inavvertitamente anche il cuore della showgirl, Beatrice. Nonostante il suo amore per lui, è combattuta tra i suoi sentimenti per Abarantos e il suo imminente matrimonio con il barone, che le promette una vita di lusso, ma a costo del suo cuore. Abarantos, spinto da un profondo desiderio, tenta di conquistare l'amore di Beatrice e, nel tentativo di salvarla dalle mani del barone, rischia tutto per salvarla da un matrimonio combinato. Tuttavia, è alla fine troppo tardi e Beatrice viene data in sposa al barone. Il film conduce gli spettatori in un viaggio toccante e straziante nelle profondità della sofferenza e della tragedia umana. Mentre i destini dei personaggi si intrecciano, ognuno viene sempre più consumato da un ciclo di violenza, umiliazione e disperazione. In definitiva, la storia diventa una potente affermazione sulla crudele mano del destino, dove la giustizia è spesso negata e coloro che hanno subito un torto non hanno il potere di impedire la propria rovina. Nelle scene finali, diventato completamente distrutto, Abarantos si rende conto dei suoi fallimenti, dell'amore che ha perso e del vuoto che si porta dentro da anni. Decide di porre fine alla sua vita e torna al laboratorio che un tempo considerava la sua casa, dove, come sua stessa vendetta, fa accidentalmente incendiare il laboratorio, come nel romanzo. Con questo atto, prende il controllo del suo destino e, sebbene sconfitto dalla crudele mano del destino, Abarantos raggiunge finalmente una misura di giustizia prendendo l'unica vendetta a sua disposizione. L'uomo che prende gli schiaffi è un potente commento sulla natura tragica dell'esistenza umana, sulla crudeltà del destino e sulle devastanti conseguenze di una vita piena di amore non corrisposto, umiliazione pubblica e isolamento sociale. Nonostante la natura muta del film, le interpretazioni, la cinematografia e la regia elaborano collettivamente una potente narrazione che continua a commuovere il pubblico di oggi.

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