La donna che visse due volte

Trama
San Francisco fece da perenne sfondo di mistero e intrighi negli anni '50. Le sue strade tortuose, i vicoli avvolti nella nebbia e l'architettura gotica sembravano proiettare lunghe ombre di segreti. Fu in questo ambiente che Hitchcock ambientò il suo classico cinematografico, "La donna che visse due volte", una storia di ossessione, inganno e disintegrazione della psiche umana. Il detective in pensione di San Francisco, Scottie Ferguson (interpretato da James Stewart), un uomo divorato dall'acrofobia, è al centro di questa narrazione. La sua debilitante paura delle altezze lo rende una responsabilità professionale, costringendolo ad abbandonare il suo lavoro nelle forze di polizia. Tuttavia, anche in pensione, Ferguson si ritrova attratto da un mondo di intrighi, per gentile concessione di un vecchio amico. La conoscenza di Scottie è un giudice di San Francisco, Gustafson, recentemente rimasto vedovo. La sua nuova moglie, Madeleine Elster (interpretata da Kim Novak), è una figura accattivante ed enigmatica, intrisa di un senso di fragilità e vulnerabilità. Gustafson chiede a Scottie di indagare sul comportamento erratico di Madeleine, in particolare sui suoi frequenti episodi di forte ansia, apparentemente innescati da visioni della madre defunta. Man mano che Scottie inizia a interrogare Madeleine, rimane sempre più affascinato dal suo fascino. L'eleganza, il carisma e la qualità eterea di Madeleine affascinano Ferguson, che presto si ritrova attratto dal suo mondo. L'indagine sul comportamento di Madeleine porta Scottie a intervistare una serie di personaggi, dall'enigmatico marito di Madeleine al proprietario di una libreria, ma è Madeleine stessa che è al centro dei suoi pensieri. Più Scottie viene coinvolto nel mistero, più la sua attenzione si offusca e la sua ossessione per Madeleine si intensifica. Il mondo del detective diventa un labirinto di inganni e possibilità, dove non ci si può fidare di nulla. Mentre si addentra nel caso, Scottie si ritrova combattuto tra i suoi sospetti sulla colpevolezza di Madeleine e i suoi crescenti sentimenti per lei. Nel frattempo, Hitchcock impiega una serie di magistrali tecniche visive per aumentare la tensione e creare un senso di disagio. L'uso di lunghe riprese, primi piani e angolazioni inclinate crea un senso di disorientamento, rispecchiando il crescente senso di confusione di Scottie. L'ambientazione di San Francisco fa da sfondo silenzioso al dramma in atto, la sua bellezza e maestosità temperate dalla sensazione di imminente sventura che incombe sulla narrazione. Mentre l'indagine di Scottie continua, diventa sempre più squilibrato. La sua crescente ossessione per Madeleine raggiunge l'apice e inizia a vedere visioni di lei ovunque. La confusione tra realtà e fantasia crea un senso di dislocazione narrativa, dove il pubblico è lasciato a chiedersi cosa sia reale e cosa sia un prodotto dell'immaginazione febbrile di Scottie. L'atto finale del film vede il mondo di Scottie crollare intorno a lui. Una sequenza drammatica e altamente simbolica vede Scottie inseguire Madeleine per le tortuose strade di San Francisco, il loro inseguimento simboleggia la ricerca della verità e la futilità del tentativo di afferrare l'inafferrabile. La scena culmina in uno spettacolo drammatico di inseguimenti in auto, fughe strette e tragiche perdite. All'indomani di questa tumultuosa sequenza, Scottie è lasciato distrutto e disilluso. Si rende conto di aver costruito una mitologia attorno a Madeleine, una mitologia che è tanto un prodotto dei suoi desideri e ossessioni quanto un riflesso della realtà. Il film si conclude con Scottie e il suo partner, il tenente Marko, in cima al campanile della chiesa, con Scottie sul punto di soccombere alla sua acrofobia. "La donna che visse due volte" è un trionfo della narrazione cinematografica, un'opera che combina elementi di mistero, suspense e dramma psicologico per creare un film tanto stimolante quanto emotivamente risonante. La magistrale regia di Hitchcock, la performance sfumata di Stewart e la fotografia di Robert Burks si uniscono per creare un film che è tanto un riflesso della condizione umana quanto un'opera d'arte cinematografica.
Recensioni
Easton
The legendary "Number Three Film in World Cinema History." The five reverse dolly zooms are a classic. Hitchcockian suspense, brilliantly executed. Especially after Judy reveals the scheme, the meaning of the first hour and a half is completely reversed, creating enormous suspense for the remaining half hour – absolutely ingenious. This film is a favorite of the psychoanalytic school.
Jordan
Rewatching it, I realize how shallow my previous understanding was. This isn't just a second-rate murder mystery, but a first-rate metaphor for the very essence of cinema: You only live once, but you can die twice.
Zoe
When you don't know, you're unaware; when you do know, you crave to know even more. That's Hitchcock for you.
Sylvia
In Hitchcock's films, no matter how much running and fighting they endure, never expect the leading man's hair to get messed up, or his New York suit to get rumpled.
Jessica
Hitchcock masterfully combined the zoom and dolly shot to film the staircase, inducing the protagonist's vertigo. He achieved this by laying the staircase model on its side and aiming the camera at the opening. The camera slowly tracks towards the model while the zoom lens transitions from telephoto to wide-angle, ensuring the model's size remains constant on screen.
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