Il 13° emendamento

Il 13° emendamento

Trama

Diretto da Ava DuVernay e uscito nel 2016, Il 13° emendamento è un film documentario che fornisce un esame toccante del rapporto tra schiavitù, incarcerazione di massa e disuguaglianza razziale nell'America moderna. Il titolo del film si riferisce al 13° emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti, che è stato ratificato nel 1865 e ha abolito la schiavitù. Tuttavia, l'emendamento contiene una scappatoia che consente l'imprigionamento di individui condannati per un crimine, mantenendo di fatto l'istituzione della schiavitù in una forma nuova, anche se più sottile. Il film di DuVernay approfondisce le radici storiche del sistema carcerario, ripercorrendone lo sviluppo fino all'era successiva alla Guerra Civile. Osserva che dopo il Proclama di Emancipazione, gli schiavi appena liberati furono costretti a orientarsi in un sistema di mezzadria e leggi Jim Crow che limitava gravemente la loro mobilità economica e sociale. Molti furono arrestati e imprigionati per reati minori, come vagabondaggio o ozio, con il pretesto di mantenere l'ordine pubblico. Ciò ha portato al diffuso sfruttamento degli afroamericani da parte del complesso industriale carcerario. Il film presenta interviste con una serie di esperti, tra cui attivisti per i diritti civili, avvocati, storici ed ex detenuti. Uno dei segmenti più avvincenti mette in mostra il lavoro della dott.ssa Angela Davis, una studiosa e attivista che ha dedicato la sua carriera a smascherare le basi razziste del sistema carcerario. Davis spiega che il concetto di incarcerazione di massa è radicato in una storia secolare di lavoro schiavo, in cui gli afroamericani erano costretti a lavorare in condizioni difficili per una paga minima. DuVernay esplora anche il rapporto tra schiavitù e sistema carcerario attraverso la lente del 13° emendamento. L'emendamento, ratificato nel 1865, proibisce esplicitamente la schiavitù, tranne che come punizione per un crimine. DuVernay sostiene che questa scappatoia è stata utilizzata per giustificare l'incarcerazione di milioni di afroamericani, molti dei quali si trovano ad affrontare lunghe condanne per reati non violenti. Osserva che ciò ha portato a un fenomeno noto come "noleggio di detenuti", in cui alle società private vengono concessi contratti per gestire e trarre profitto dalle prigioni. Uno degli aspetti più sorprendenti del film è la sua critica al mito della "Guerra al crimine". DuVernay sostiene che questa narrativa, emersa negli anni '60 e '70, è stata utilizzata per giustificare l'espansione del sistema carcerario e l'escalation dei controlli di polizia nelle comunità urbane. Nell'ambito di questo quadro, i politici e gli agenti delle forze dell'ordine sono stati in grado di inquadrare i problemi sociali ed economici come questioni di crimine e punizione, piuttosto che come problemi di povertà, disuguaglianza e accesso alle risorse. DuVernay esamina anche il ruolo dei politici e dei legislatori nel perpetuare l'incarcerazione di massa. Osserva che la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti del 1971 nel caso Furman contro Georgia, che stabiliva che la pena di morte era incostituzionale, è stata utilizzata come giustificazione per imporre pene più severe e ampliare il sistema carcerario. Nel frattempo, i politici hanno usato il linguaggio del "controllo della criminalità" per giustificare politiche che colpiscono in modo sproporzionato gli afroamericani e altri gruppi emarginati. Il film evidenzia anche l'impatto dell'incarcerazione di massa sulle famiglie e sulle comunità. Molti ex detenuti, compresi quelli condannati all'ergastolo senza condizionale per reati non violenti, condividono le loro storie di lotta e resilienza. DuVernay osserva che le conseguenze a catena dell'incarcerazione di massa possono essere viste nell'aumento dei tassi di povertà infantile e di istruzione, nonché nel declino della salute e dell'aspettativa di vita per gli afroamericani. In definitiva, Il 13° emendamento è una potente denuncia di un sistema che ha perpetuato la disuguaglianza razziale e punito i poveri per secoli. Attraverso la sua narrativa stimolante e la sua rigorosa ricerca, il film di DuVernay fornisce una critica spietata del complesso industriale carcerario e offre una visione piena di speranza per una società più equa e giusta. Esplorando la complessa interazione tra storia, politica e cultura, Il 13° emendamento incoraggia gli spettatori a riesaminare le proprie ipotesi sul ruolo dell'incarcerazione nell'America moderna e a considerare le conseguenze di vasta portata di un sistema che non è riuscito a mantenere le promesse di uguaglianza e libertà.

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