Morte al 2020

Trama
Morte al 2020 è un film comico satirico presentato in stile documentario. Il film segue una narrazione non cronologica, saltando tra gli eventi cruciali dell'anno solare, intrecciando filmati di vita reale ed elementi di finzione. Narrato da una voce onnisciente senza nome, il film presenta una critica feroce dei problemi più urgenti del mondo, lasciando spesso spazio a speculazioni e teorie del complotto. La storia inizia con la pandemia di COVID-19, mostrando la risposta globale all'epidemia. Interviste a scienziati e politici sono giustapposte a notiziari, evidenziando la disorganizzazione e l'inettitudine dei governi di tutto il mondo. Il film adotta un approccio sarcastico alla crisi, criticando tutto, dalle imposizioni delle mascherine allo sviluppo affrettato dei vaccini. La narrazione si sposta poi sugli incendi boschivi australiani, che hanno devastato la costa orientale del paese nell'estate del 2020. Il film esplora l'impatto devastante sulla fauna selvatica, sottolineando l'urgente necessità di tutela ambientale. Un segmento con un 'esperto' immaginario specula sul possibile collegamento tra il cambiamento climatico e la crescente frequenza di tali disastri, sollevando più domande che risposte. La parte documentaristica di Morte al 2020 approfondisce la politica, presentando interviste a figure chiave, tra cui Donald Trump e Justin Trudeau. Le loro opinioni su varie questioni, come l'immigrazione e l'economia, sono presentate insieme a finte interviste e sketch comici. Questo approccio satirico prende in giro l'inazione dei politici e la mancanza di proposte politiche concrete. Man mano che l'anno avanza, il film affronta importanti eventi mondiali, tra cui la recrudescenza delle proteste a Hong Kong e negli Stati Uniti. Filmati d'archivio catturano l'emozione e la determinazione dei manifestanti, che lottano contro l'oppressione e la disuguaglianza. Un segmento con un'intervista a un alto funzionario governativo implica che la repressione del dissenso potrebbe essere stata orchestrata da chi è al potere. Una sezione degna di nota del film si concentra sulla recrudescenza della 'cultura del complotto', in cui gli individui sono disposti ad accettare qualsiasi informazione che si adatti ai loro preconcetti, indipendentemente dalla sua veridicità. Una finta intervista a un noto YouTuber evidenzia le linee confuse tra realtà e finzione nell'era della disinformazione di massa. La seconda metà di Morte al 2020 si sposta verso le elezioni presidenziali statunitensi, presentando una rappresentazione esagerata del caos che ne è seguito. Interviste a opinionisti ed esperti amplificano la tensione e l'incertezza che hanno attanagliato la nazione, sottolineando le profonde divisioni all'interno del paese. Nel corso del film, la narrazione salta tra diversi formati, incorporando sketch, parodie e segmenti in stile mockumentary. La struttura in stile documentario consente una presentazione non convenzionale di eventi storici, rendendo Morte al 2020 un commento sullo stesso concetto di verità e sul modo in cui viene presentato alle masse. Il film si conclude con una riflessione sull'anno 2020, lasciando al pubblico più domande che risposte. Il tono è cupamente comico, evidenziando la futilità dei tentativi dell'umanità di dare un senso a un mondo sempre più complesso. Le 'voci famose' immaginarie che sono intrecciate per tutta la narrazione aggiungono un elemento di satira, mettendo in discussione la stessa nozione di ciò che è considerato 'realtà' nell'era moderna. In definitiva, Morte al 2020 è una commedia stimolante che sfida gli spettatori a rivalutare la loro comprensione del mondo. Sfocando i confini tra realtà e finzione, il film evidenzia l'assurdità degli eventi accaduti nel 2020, lasciando gli spettatori a riflettere sull'incertezza dei tempi in cui viviamo.
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