Lamb - Criatura delle Nevi

Trama
Il film 'Lamb - Criatura delle Nevi', diretto da Valdimar Jóhannsson, presenta una toccante narrazione incentrata su una coppia islandese, Maria e Jóhann, e la loro vita con le loro pecore in una vasta e serena fattoria. La coppia, sebbene descritta come apparentemente robusta e in armonia con la natura, conduce un'esistenza relativamente prevedibile. Tuttavia, questo senso di tranquillità viene interrotto quando si imbattono in un neonato sulla loro terra, che ha un'incredibile somiglianza con le loro amate pecore. Questa scoperta fondamentale innesca una catena di eventi che espone Maria e Jóhann a una moltitudine di emozioni. Sono divisi tra le implicazioni morali dell'adozione di un essere particolare apparso sulla loro terra senza spiegazioni o preavvisi e il desiderio profondo di iniziare una nuova famiglia, legata dall'amore, dalla cura e dal vasto paesaggio islandese. Mentre si dedicano alla crescita di questo misterioso neonato, le loro vite iniziano a svelarsi in modi imprevedibili. Maria, che aveva sofferto di anni di infertilità e aveva perso prematuramente la sua ultima gravidanza, è particolarmente travolta dalla prospettiva di nutrire e prendersi cura di questa creatura simile a un agnello. La sua connessione con il bambino la riempie di un ritrovato senso di scopo e ringiovanisce il suo senso di speranza. D'altra parte, Jóhann appare più ambivalente riguardo allo sviluppo improvviso, soppesando i pregi dell'adozione di un essere incongruo nel loro stile di vita e nella loro routine. La coppia ricorre a crescere il bambino come proprio, e nei mesi successivi, la loro determinazione e l'amore incondizionato trasformano la loro casa improvvisata in una piccola dimora accogliente piena di calore. Mentre Maria si dedica all'allattamento e alla cura del neonato con un fervore che rasenta l'ossessione, Jóhann trova conforto nelle sue attività professionali rurali, assicurando la prosperità della loro terra. La loro casa è avvolta da delicate armonie poiché Maria non é più confinata dai suoi problemi di infertilità, dato che le è stata presentata un'opportunità per realizzare i suoi sogni di maternità. Jóhann si ritrova a fare il suo dovere, indulgendo in una doppia vita, scegliendo tra trascorrere il suo tempo in mezzo ai mozzafiato paesaggi selvaggi o la sua connessione alla loro famiglia appena aggiunta. Col tempo, danno alla creatura simile a un agnello il nome di 'Pilgor', come un personaggio dei cartoni animati dispettoso di una serie di fumetti episódici di Donald Duck pre-guerra coreana. Inizialmente ristretta sulle realtà della loro situazione, Maria si affeziona incredibilmente al bambino, opponendosi duramente ogni volta che Jóhann solleva l'argomento della natura di Pilgor e della sua propensione all'animosità nei confronti della coppia. Il legame intrinseco tra Maria e Pilgor promuove aspetti straordinari nelle loro personalità, dove Maria esercita convinzioni profonde e incrollabili, spingendo simultaneamente Jóhann a rimanere inattivo in completa sottomissione. Il tempo passa e sotto la tranquillità del loro paesaggio islandese, le tensioni sottostanti iniziano a ribollire. Ogni azione intrapresa da Maria e Jóhann oscilla precariamente tra protettività e imprudenza. Mentre l'amore li ha trasformati in una famiglia unita, è diventato anche una forza distruttiva. Il pericolo crescente deriva dalla loro inaccessibilità, in particolare le gravi condizioni meteorologiche dell'area e la loro assenza dalla mischia principale. Mentre il bambino matura e diventa sempre più aggressivo, la frattura tra Maria e Jóhann si allarga. Mentre la metamorfosi di Pilgor causa una grande angoscia emotiva alla coppia, risveglia nuovi conflitti che erano stati finora soppressi. La loro casa diventa un ambiente chiuso e claustrofobico mentre Pilgor scatena il caos con un grado crescente di ferocia. Maria lotta per allontanare le minacce che si formano insidiosamente al loro interno. Crede fermamente che il legame della loro piccola famiglia abbia bisogno di un sostegno incrollabile da Jóhann, insistendo con ogni crescente dimostrazione di ferocia in Pilgor che la loro risolutezza sia rafforzata. Mentre questo mondo interiore viene fatto a pezzi, Pilgor erode lentamente le barriere mentali di Maria. L'approccio poco brillante di Jóhann ai pericoli in aumento è la causa principale di tutta l'angoscia indicibile vista svolgersi sotto la facciata. Questo ritratto, per quanto crudo possa sembrare, costringe Jóhann a contemplare se la tragica situazione sta scivolando costantemente oltre la loro portata per sistemarsi da sola. Nonostante l'impotenza di Jóhann, la ferocia della loro circostanza spinge Maria al limite. Il loro legame reciproco e l'immensa disperazione nata dal vivere un'esistenza primitiva e quasi irreparabilmente danneggiata, li fa a pezzi in un'implosione finale che lascia solo rovina e distruzione al suo seguito.
Recensioni
Adrienne
The Douban score for this film is shockingly low. Before opening the page, I estimated it would be at least between 6.9 and 7.1, but I was quite surprised. The three popular interpretations – the infant stolen from its mother, nature's revenge on humanity, and a magical realism portrayal of an extramarital affair – all seem a little superficial to me (humble opinion, humble opinion). Consider the unknown that arrives in the darkness of Christmas night, the ewe's repeated search for its lamb, the father's dream of a lost child in the wetlands, the mother's dream of fire in the eyes of the flock, not to mention the anthropomorphic treatment of the sheep's gaze beyond just the lamb-child... it's a grand religious allegory merging Nordic folklore and mythology. Or, from another perspective, it's about humanity and the future of a new type of human...
Jordan
Definitely the style A24 would go for. The female lead even puts a flower crown on the lamb-child at one point, instantly giving *Midsommar* vibes. This film, with its Icelandic New Wave-ish Nordic style, removes the dramatic conflict, resulting in a very weak genre intensity. The WTF ending effectively elevates the theme, turning the story into a fable.
Adam
How to turn a 30-minute short into a 90-minute feature: Stretch every shot to triple its length and punctuate it with jarring noises every 10 minutes to rouse the audience – think crashing drums or a tractor's roar. In the cinema, I was already crafting my scathing review for Douban, but now, back home, it seems pointless. I've already wasted 90 minutes *watching* this; no need to waste another 30 minutes *roasting* it.
Eva
Does the lamb-child smell gamey?
April
Premiering in Un Certain Regard at Cannes 2021, this is the first film I've seen so far that deserves a five-star rating. It's an absurd fable with equally absurd comedic moments, philosophical inquiries, and an avant-garde style. My only complaint is that it's just too slow-paced...
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