Mishima: Una vita in quattro capitoli

Trama
Mishima: Una vita in quattro capitoli è un film che approfondisce l'enigmatica e tumultuosa vita dello scrittore giapponese Yukio Mishima. Il film è un complesso arazzo intessuto di fili di realtà e finzione, che giustappone drammatizzazioni di tre romanzi di Mishima - "Il padiglione d'oro", "Cavalli in fuga" e "La casa di Kyoko" - con una rappresentazione degli eventi che portano al suo scioccante suicidio rituale in pubblico il 25 novembre 1970. Il film è composto da quattro capitoli, ognuno dei quali rappresenta un'epoca e una dimensione distinta dell'esistenza di Mishima. Il primo capitolo, una drammatizzazione de "Il padiglione d'oro", stabilisce il tono per il resto del film, presentando una meditazione sulla natura distruttiva della bellezza, del desiderio e della caducità della vita. La storia ruota attorno a un giovane accolito buddista, Mizoguchi, che diventa sempre più disilluso dalle imperfezioni del mondo reale ed è spinto a distruggere il sacro Padiglione d'Oro, a simboleggiare i suoi stessi inutili tentativi di trascendere i limiti umani. Questo capitolo iniziale serve come introduzione alle preoccupazioni esistenziali di Mishima e alla sua preoccupazione per il concetto di "mono no aware", un sentimento tradizionale giapponese che riconosce e accetta la malinconia e l'impermanenza della vita. Attraverso la storia di Mizoguchi, il film illustra il tumulto interiore di Mishima e la sua crescente disillusione nei confronti della società moderna. Il secondo capitolo è una drammatizzazione del romanzo "Cavalli in fuga", ambientato nei primi anni '30. Questo capitolo è incentrato sul personaggio di Isao Yagi, un giovane aristocratico che lotta per mantenere i suoi valori e il suo senso del dovere in mezzo alla crescente agitazione del Giappone prebellico. Yagi, che incarna gli ideali tradizionali di onore e lealtà, si trova in rotta di collisione con le forze modernizzatrici del paese, incarnate dalla sinistra radicale. Questo filo narrativo espone la critica di Mishima alla trasformazione del paese in uno stato militarista e nazionalista. Il terzo capitolo è una drammatizzazione del romanzo "La casa di Kyoko", pubblicato nel 1965. Questo capitolo è un'esplorazione delle complessità dell'amore e del desiderio vissuti da un artista di mezza età, Noboru, intrappolato in una complicata relazione con la bella e seducente giovane Kyoko. Questo filo narrativo serve come riflesso dei sentimenti di isolamento e disconnessione di Mishima dal mondo che lo circondava. Mentre il film procede, la narrazione si sposta al quarto e ultimo capitolo, che presenta una rappresentazione non romanzata degli eventi che portano agli ultimi giorni di Mishima. Questo capitolo riporta la storia alla realtà, mentre assistiamo alla crescente frustrazione e al senso di disillusione dell'autore nei confronti del Giappone che cambia, culminando nello scioccante atto di seppuku che sceglie di compiere come dichiarazione pubblica contro il crescente secolarismo e materialismo del paese. In un atto drammatico e simbolico, Mishima, accompagnato dal suo fedele compagno Masakazu Fujimori, esegue una decapitazione rituale sul terreno del quartier generale della Guardia Nazionale a Tokyo. Mentre tiene alta una fotografia del Palazzo Imperiale, Mishima proclama il suo impegno per i valori tradizionali giapponesi e il suo rifiuto dei valori che vede corrodere l'anima della nazione. Questo atto di sacrificio, catturato con dettagli crudi e inflessibili, serve come conclusione toccante e inquietante al film, sottolineando la natura complessa, tormentata ed enigmatica dell'uomo dietro la leggenda letteraria. In tutto il film, il regista Paul Schrader intreccia un complesso arazzo di narrazioni che catturano l'essenza della vita e dell'eredità di Mishima. L'uso nel film di una struttura narrativa non lineare e l'intreccio di realtà e finzione creano un senso di disorientamento, che rispecchia la confusione e la disillusione che hanno caratterizzato gli ultimi giorni di Mishima. "Mishima: Una vita in quattro capitoli" è una meditazione cinematografica sugli aspetti frammentati e spesso contraddittori dell'esistenza umana, esemplificati nell'enigmatica figura di Yukio Mishima. In definitiva, il film offre un ritratto многогранно di un individuo intrigante e conflittuale che ha lasciato un segno indelebile sulla letteratura giapponese. "Mishima: Una vita in quattro capitoli" è una testimonianza dell'ambiziosa visione di Schrader e della sua volontà di esplorare gli angoli più oscuri dell'esperienza umana, anche se ciò significa confrontarsi con gli aspetti più difficili e inquietanti delle ultime ore del suo soggetto.
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