Monaco

Trama
Il film Monaco, diretto da Steven Spielberg, approfondisce le conseguenze della violenza e le complessità morali che sorgono quando agli individui viene assegnato il compito di cercare vendetta. Il film è ambientato sullo sfondo dei Giochi Olimpici del 1972 a Monaco, dove undici atleti israeliani furono brutalmente presi in ostaggio e uccisi dal gruppo terroristico palestinese Settembre Nero. La storia inizia con il massacro di Monaco, come viene chiamato. Per chi non lo sapesse, durante i giochi, un gruppo di otto terroristi palestinesi di Settembre Nero si infiltrò nel Villaggio Olimpico. Indossando tute e sfoggiando bracciali, si sono mescolati agli atleti, aspettando la loro occasione per colpire. Con il pretesto di voler incontrare gli atleti israeliani, hanno fatto la loro mossa. In un bagno di sangue, hanno ucciso due atleti e successivamente ne hanno presi in ostaggio altri nove. Le autorità tedesche hanno reagito lentamente e lo stallo che ne è seguito si è concluso con la morte di tutti gli ostaggi. Il film passa poi al 1985, dove ci viene presentato un gruppo di agenti del Mossad guidati da Avner Kaufman (interpretato da Eric Bana). Questi agenti sono stati selezionati dal governo israeliano per rintracciare ed eliminare i responsabili del massacro di Monaco. Il team di Avner è composto da altri cinque agenti, tra cui Robert (interpretato da Matthew Goode), Steve (interpretato da Daniel Craig), Carl (interpretato da Ciaran Hinds), Hans (interpretato da Geoffrey Rush) e Ephraim (interpretato da Michael Fassbender). Quando Avner e il suo team intraprendono la loro missione, si ritrovano a lottare per affrontare le implicazioni morali delle loro azioni. Hanno il compito di eseguire una serie di uccisioni mirate, spesso senza preavviso e davanti alle loro famiglie. Al team vengono fornite istruzioni chiare dal governo israeliano: catturare o uccidere gli operativi che hanno compiuto il massacro di Monaco. Per tutta la durata del film, vediamo il lato umano di Avner e del suo team mentre lottano con il peso psicologico della loro missione. Avner, il leader del gruppo, è perseguitato dai ricordi del massacro di Monaco. Sua moglie, Dina (interpretata da Ayelet Zurer), è sempre più preoccupata per il suo coinvolgimento nella missione con l'aumentare del bilancio delle vittime. Le dinamiche del team iniziano a sfilacciarsi mentre mettono in discussione la moralità delle loro azioni. Iniziano a chiedersi se stiano facendo la cosa giusta vendicandosi dei loro obiettivi. Man mano che la missione del team si dispiega, Avner si ritrova sempre più disilluso dagli ordini del governo israeliano. Inizia a mettere in discussione i motivi alla base della missione e i metodi utilizzati per raggiungere i loro obiettivi. Il team di Avner, composto da individui provenienti da diversi ceti sociali, inizia a mostrare segni di cedimento sotto pressione. I confini tra giusto e sbagliato iniziano a sfumare e gli agenti si trovano di fronte a un ultimatum: continuare a svolgere la loro missione o rischiare di affrontare le conseguenze delle loro azioni. Il culmine del film ruota attorno a una serie di eventi fondamentali. Avner e il suo team orchestrano una serie di uccisioni mirate, spesso con conseguenze devastanti. Rintracciano ed eliminano gli operatori chiave di Settembre Nero, compresi i leader del gruppo. Il governo israeliano riceve informazioni che rivelano una potenziale talpa all'interno del Mossad e ordina ad Avner di indagare. Man mano che la missione volge al termine, Avner si ritrova di fronte a una decisione impossibile. È costretto a confrontarsi con le implicazioni morali delle sue azioni e decidere se continuare a eseguire i suoi ordini. Il confronto finale è toccante e potente, poiché Avner fa i conti con le conseguenze delle sue azioni. Il film Monaco si conclude con una narrazione fuori campo inquietante di Avner. Nel fuori campo, riflette sul tributo che la sua missione ha avuto sulla sua vita e sulla vita di coloro che lo circondano. Il fuori campo è un commento toccante e stimolante sul ciclo della violenza e sul costo della ricerca di vendetta. Avner conclude affermando di credere che il ciclo di spargimento di sangue non sarà mai spezzato finché ci saranno uomini come lui, disposti a portare a termine una simile missione. Il film si conclude con una nota triste, con Avner che cammina da solo nel deserto, perseguitato dai ricordi del massacro di Monaco e dagli eventi che si sono verificati. La scena finale è un potente commento sul costo umano del conflitto e sulle devastanti conseguenze della ricerca di vendetta.
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