Il mio nome è 'A' di Anonymous

Trama
Il film 'Il mio nome è A' inizia con una qualità austera, quasi amatoriale. La fotografia in bianco e nero crea un'atmosfera cupa che preannuncia gli eventi inquietanti che si svolgeranno. Incontriamo la nostra protagonista, A, interpretata da un'adolescente senza pretese e distaccata, mentre vaga nel desolato paesaggio suburbano. C'è un senso di isolamento e disconnessione che pervade il mondo di A, ed è chiaro che sta lottando per orientarsi al suo interno. Man mano che la storia procede, veniamo introdotti alle dinamiche familiari di A: una madre frammentata e spesso assente, un padre distante e emotivamente non disponibile e un fratello che sembra più interessato ai suoi videogiochi che al benessere di sua sorella. L'incapacità della famiglia di entrare in contatto crea un senso di vuoto che A sta disperatamente cercando di colmare. È un po' una solitaria e le sue interazioni con i suoi coetanei sono goffe e stentate. Tuttavia, A sta anche iniziando a esplorare la propria identità e questo senso di scoperta di sé può essere sia potenziante che distruttivo. Ci vengono mostrati scorci delle lotte di A con l'autolesionismo: un aspetto doloroso e profondamente inquietante della sua vita che viene spesso ignorato a favore di un'angoscia adolescenziale più accettabile. È una testimonianza dell'approccio inflessibile del film il fatto che siamo costretti ad affrontare questo aspetto della vita di A a testa alta. Man mano che la narrazione si sviluppa, A diventa sempre più radicata nel suo mondo. Inizia a spingere i confini delle aspettative della sua famiglia, spesso comportandosi in modi ribelli e spericolati. I tentativi di sua madre di raggiungerla incontrano resistenza ed è chiaro che A sta lottando per stabilire il proprio senso di responsabilità in un mondo che sembra accanirsi contro di lei. Poi, c'è l'incidente che coinvolge Elizabeth Olten, la vicina di casa di nove anni di A. L'evento è scioccante e straziante e serve come un duro promemoria dell'oscurità che può covare appena sotto la superficie anche delle comunità apparentemente più idilliache. Le conseguenze dell'incidente sono altrettanto devastanti e lo stato emotivo di A continua a deteriorarsi mentre lotta con le conseguenze delle sue azioni. Uno degli aspetti più sorprendenti di 'Il mio nome è A' è la sua inflessibile rappresentazione della salute mentale degli adolescenti. Le lotte di A con la bulimia sono messe a nudo davanti a tutti e il danno che provoca al suo corpo è sia straziante che inquietante. È una testimonianza dell'incrollabile impegno del film verso l'autenticità il fatto che ci venga mostrata la verità cruda e senza censure delle esperienze di A. Naturalmente, nessuna discussione su 'Il mio nome è A' sarebbe completa senza fare riferimento alla sua ispirazione nella vita reale: il caso di Alyssa Bustamante, che è stata condannata per aver ucciso la sua vicina di nove anni Elizabeth Olten. L'approccio inflessibile del film a questo argomento è una scelta deliberata, progettata per confrontare il pubblico con le dure realtà di una storia che viene spesso spettacolarizzata dai media. Attraverso la storia di A, il film solleva importanti interrogativi sulla natura dell'adolescenza e sui modi in cui le aspettative della società possono sia consentire che esacerbare comportamenti distruttivi. È un'esplorazione potente e stimolante di un argomento che viene spesso sorvolato o edulcorato e funge da dura condanna dei modi in cui non riusciamo a sostenere e proteggere i nostri giovani più vulnerabili. In definitiva, 'Il mio nome è A' è una visione difficile e scomoda, ma è anche necessaria. L'approccio inflessibile del film ad alcuni dei problemi più difficili che devono affrontare gli adolescenti di oggi è sia una critica alle norme sociali sia una testimonianza della resilienza e della forza dello spirito umano. È un film che lascerà il pubblico scosso e turbato, ma anche, forse, solo forse, un po' più autorizzato ad affrontare e sfidare l'oscurità che si nasconde all'interno delle nostre comunità.
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