Cose da fare a Denver quando sei morto

Trama
Nel crudo e cupamente comico film "Cose da fare a Denver quando sei morto", lo scrittore e regista Gary Sherman intreccia una complessa narrazione che segue un gruppo disomogeneo di cinque disadattati, ognuno con il proprio insieme unico di abilità e personalità, mentre tentano di sopravvivere al mondo sotterraneo traditore della criminalità organizzata. La premessa del film ruota attorno a un lavoro fallito, che lascia ciascuno dei personaggi di fronte alla prospettiva molto concreta della morte, costringendoli a unirsi ed elaborare un piano per superare la loro imminente condanna. La storia si sviluppa con un'introduzione al protagonista del film, Ethanol, interpretato da Christopher Walken, un individuo carismatico e apparentemente imperturbabile che è riuscito a stare un passo avanti rispetto alla sua nemesi, uno spietato e astuto signore del crimine noto come Ray. Ray, alimentato da un ardente desiderio di vendetta, diventa ossessionato dall'eliminazione di Ethanol e di chiunque osi intralciarlo. Questo innesca una reazione a catena quando Ethanol è costretto a nascondersi, portando a una serie di incontri inaspettati e precari con le sue conoscenze passate. Tra coloro che Ethanol incrocia c'è Denny, interpretato da William Atherton, un sedicente "hacker" che utilizza le sue eccezionali capacità tecniche per rubare informazioni preziose da database ad alta sicurezza. Successivamente, il film introduce Donny, interpretato da Steve Buscemi, un personaggio piccolo, loquace e arguto che vive "trafugando" beni di valore da clienti facoltosi. Poi c'è Jack, interpretato da Balthazar Getty, un giovane e ambizioso teppista emergente desideroso di mettersi alla prova nel mondo della criminalità organizzata. Infine, il personaggio di Joe, interpretato da Christopher Lloyd, completa il quintetto, fungendo da "saggio" distaccato e disincantato che è riuscito ad accumulare ricchezza e una quantità apparentemente infinita di conoscenze inutili durante la sua lunga e leggendaria carriera. Mentre il destino continua a tessere la sua complessa rete attorno a questi personaggi disparati, il gruppo scopre di essere rimasto impigliato in una complessa rete di inganni e pericoli. Il lavoro fallito, che ha dato inizio alla caotica sequenza di eventi del film, ha lasciato tutti con un bersaglio sulla schiena, costringendoli a fare affidamento l'uno sull'altro per sopravvivere. In una serie di incontri tesi e spesso comici, i personaggi cercano freneticamente di ricostruire i fili delle loro vite, il tutto mentre cercano un modo per sfuggire alle grinfie dei sicari di Ray. Il cast di supporto aggiunge profondità e sfumature alla storia, ognuno portando la propria prospettiva unica e una serie di competenze al tavolo. Tra i personaggi di spicco c'è l'enigmatica e bellissima Samantha, interpretata da Heather Graham, una femme fatale bella e apparentemente irraggiungibile che si ritrova inspiegabilmente attratta dall'eccentrico Joe, interpretato da Christopher Lloyd. La chimica tra questi due personaggi aggiunge un tocco di tenerezza e poesia alla altrimenti desolante narrazione, accennando a un senso di redenzione e connessione umana in mezzo al caos. Nel corso del film, Sherman impiega un'estetica visivamente sorprendente, giustapponendo il mondo sporco e infestato dalla criminalità della Denver degli anni '90 con un vibrante arazzo di umorismo nero, personaggi complessi e intensa suspence. Il titolo stesso del film rende omaggio all'idea che c'è sempre qualcosa da fare quando si è morti, che si tratti di un disperato tentativo di aggrapparsi alla vita o di uno sforzo dell'ultimo minuto per lasciare il segno nel mondo. In definitiva, ciò che distingue "Cose da fare a Denver quando sei morto" dagli altri drammi polizieschi è la sua interpretazione rinfrescante e irriverente del genere. Piuttosto che aderire ai tradizionali cliché del crudo realismo e dell'implacabile intensità, il film inietta una sana dose di umorismo nero, satira intelligente e persino occasionali riferimenti alla cultura pop per evitare che la storia venga appesantita troppo dalla sua stessa oscurità. Questa impenitente miscela di generi pone le basi per un'esperienza cinematografica imprevedibile e affascinante, un vero fiore all'occhiello nel pantheon dei cult classici.
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