Il Settimo Cielo

Il Settimo Cielo

Trama

All'inizio degli anni '10, sullo sfondo della splendida Città della Luce, la pittoresca Parigi della Belle Époque, si apre un mondo di contrasti. Mentre la notte scende sulle tortuose strade della città, una rete labirintica di antiche fogne romane si estende sotto le sue fondamenta, nascondendo agli occhi indiscreti le vite dei dimenticati ed emarginati che faticano nelle sue profondità. È in uno di questi tunnel sotterranei che incontriamo il nostro protagonista, Henri Gauthier, un operaio fognario corpulento ed enigmatico, disilluso dal rigido dogma e dal vuoto rituale del cristianesimo convenzionale. Ossessionato dai bui recessi della fogna, la disperazione di Henri inizia a rodere i margini della sua fede. Il suo è un mondo privo di speranza e bellezza, una desolata distesa priva di calore o conforto. La sua esistenza è una mera esistenza, una costante lotta per la sopravvivenza, senza tregua o sogno splendente a guidarlo. Le giornate di Henri sono trascorse a strisciare attraverso stretti condotti e tubi serpeggianti, schivando esalazioni nocive e sfuggendo ai squallidi pericoli che si nascondono nelle ombre di questo mondo sotterraneo. Le sue notti sono trascorse a tremare di freddo, rannicchiato contro le umide pareti di pietra della sua dimora improvvisata: un covo angusto, soffocante e squallido. Il fetore di decadenza, sporcizia e abbandono si aggrappa a lui come un sudario, un promemoria inamovibile delle sue circostanze malsane. La sua stessa esistenza sembra essere solo un disperato tentativo di sopravvivere in una società che è in gran parte indifferente ai suoi gradini più bassi. Man mano che le stagioni si susseguono, la disaffezione spirituale di Henri cresce, la sua fede inizia a sgretolarsi come le fatiscenti facciate soprastanti. Le preghiere, un tempo aspetto regolare e fervente della sua routine quotidiana, diventano sempre meno frequenti, gradualmente sostituite da sfoghi disordinati rivolti più a un universo sordo e indifferente che a un Dio compassionevole e benevolo. Il senso di disconnessione di Henri diventa così pronunciato che persino la bellezza del mondo che lo circonda – quelle piazze assolate, quei caffè in stile art nouveau e quelle passeggiate al chiaro di luna lungo il fiume – ora sembra crudelmente fuori portata, semplici ombre che sfarfallano su uno schermo che rimane chiuso a lui. È sullo sfondo di questo paesaggio desolato, in un mondo privo di speranza e bellezza, che la vita di Henri cambia nel modo più inaspettato. Un giorno fatidico, mentre emerge dalla fogna nelle strade della Città della Luce, intravede una giovane trovatella, una figura fragile e simile a una trovatella con occhi che scintillano come la luce della rugiada mattutina, occhi che brillano di innocenza, una radiosità che illumina momentaneamente l'oscurità che ha avvolto la vita di Henri. La ragazza, Marie, è un fiore che sboccia nella terra desolata della fogna, un'anima incontaminata che sembra impermeabile alle dure realtà che definiscono la sua esistenza. Libera dalle convenzioni, incrollabile nel suo ottimismo, Marie incarna l'essenza stessa della Parigi che abita, una città che sembra sfidare i limiti del tempo e della mortalità. La sua risata è contagiosa, il suo sorriso contagioso e la sua stessa essenza è quel raro, puro elisir che può rianimare un'anima morente. L'incontro fortuito ha un profondo impatto su Henri, frantumando la disperazione che lo ha afflitto per così tanto tempo. La scintilla negli occhi di Marie accende una fiamma dentro di lui, una fiamma che tremola di speranza e promessa, una promessa che l'oscurità che lo ha soffocato può essere superata. Con Marie al suo fianco, Henri inizia a vedere il mondo di nuovo, i contorni una volta sfocati della realtà che diventano nitidi, vibranti e vivi. Insieme, i due esplorano la città, percorrendo le sue tortuose strade e i suoi grandi viali, assaporando la bellezza del mondo sopra e sotto. La loro relazione si approfondisce, una storia d'amore dolce e tenera che sboccia nei luoghi più improbabili. Eppure, nonostante tutta la meraviglia del loro amore, Henri, ancora ferito dalle delusioni del passato, non riesce a scrollarsi di dosso la sensazione che Marie sia in qualche modo speciale, unicamente benedetta e messa da parte per il bene degli altri, un sacrificio a cui potrebbe essere chiamata a fare un giorno. Con il passare delle stagioni e il loro legame si rafforza, il mondo di Henri inizia a trasformarsi in modi piccoli e profondi. La sua fede, sebbene malconcia e contusa, inizia a guarire, le sue crepe e fessure si sanano, a poco a poco. Il suo lavoro nella fogna, sebbene ancora arduo, acquista un nuovo significato, poiché inizia a vedere i suoi compagni non come semplici lavoratori, ma come individui che meritano rispetto e compassione. Le sue relazioni con gli altri si approfondiscono, si stringono amicizie e si rafforzano vecchi legami. La città stessa un tempo un crudele e spietato monolite si evolve in un organismo vibrante e pulsante, pieno di vita e promesse. La percezione della sua bellezza da parte di Henri diventa più sfumata, ogni strada, ogni edificio, ogni vicolo intriso del profumo del romanticismo, dell'amore e della possibilità. In questo mondo trasformato, pieno di bellezza, speranza e promessa, Henri si rende conto che l'amore di Marie gli ha donato il dono prezioso della seconda vista. Volgendo lo sguardo verso questo mondo raggiante, ora pieno di meraviglia e possibilità, Henri capisce che l'amore ha il potere di trascendere la desolazione dell'esistenza, di illuminare anche gli angoli più bui dell'anima e di ritessere i fili spezzati di una fede infranta. In questo mondo bello e scintillante di amore e meraviglia, dove l'essenza stessa dello spirito umano sembra risplendere in tutta la sua gloria, Henri trova redenzione, guarigione e trasformazione. La disperazione che un tempo rodeva la sua anima ha lasciato il posto alla speranza, l'oscurità ora illuminata dalla luce radiosa dell'amore di Marie.

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